Siamo tra la fine del ‘700 e l’inizio dell’800, quando Venezia stava esalando l’ultimo respiro, perché ceduta all’Austria dall’emergente meteora Napoleonica. Anche a Tommasini la fortuna girò le spalle: la sua esistenza si chiuse abbastanza precocemente, lasciando le proprietà alle tre figlie ed alla moglie, che ben presto si risposò. In seguito alle controversie legali sorte, la villa passò ben presto alla famiglia Zara, la più ricca del comune, tanto che riuscì con Paolo ad acquistare anche la villa Dolfin poco lontana, risalente al XV secolo.
In questo periodo si comincia a registrare una serie di interventi modificativi della struttura architettonica del complesso, interventi anche di rilevante importanza strutturale, che rendono ancora oggi controversa fissazione dei diversi passaggi, data la contraddittorietà delle testimonianze documentali e la difficile decifrabilità di quelle strutturali.
Ciò che importa, tuttavia, è che gli interventi che stanno alla base dell’attuale assetto architettonico e che trovano valorizzazione attraverso il restauro, hanno via via arricchito il complesso, nobilitandolo con affreschi, lesene, decorazioni e pavimentazioni in terrazzo veneziano.
Divenne così un edificio di dimensione e di proporzione che, pur senza averne l’impianto, trova ispirazione nella concezione neoclassica della villa, con le spalle alla via e la facciata aperta al giardino ed alla pertinenza agraria. Da Paolo, famoso personaggio della famiglia Zara, nacque, fra i figli, quel Leonardo che fu padre del Cavalier Giulio;
La Famiglia Zara nell’Anno 1914
e proprio dalla vedova di costui, nel gennaio del 1937 il Dottor Pietro Riccardo Todesco, primo “Medico Condotto” del comune di Villa del Conte, acquistò questa residenza. Qui nacque, dalla sposa Caterina Pellizzari, il decimo e ultimo figlio Ernesto, attuale proprietario.
A lui va riconosciuto il particolare merito di aver voluto il recente ed importante intervento di restauro, senza il quale la proprietà avrebbe rischiato di percorrere il triste cammino della decadenza, come tanto nostro patrimonio storico e culturale. Egli ha saputo imperniare un’iniziativa economica in un contesto che sa di storia e di cultura, di recupero di valori e di memorie del passato